Dulcamara está solo cuando se le acerca Nemorino, le cuenta que debe acelerar el efecto del elixir a ese mismo día. El doctor le dice que debe repetir la dosis, con otra botella, todo solucionado. Si, pero…Nemorino no tiene ni una moneda.
Dulcamara, que es cualquier cosa menos romántico, no se deja enternecer por el problema de amores que tiene el joven y le dice que cuando haya conseguido el dinero le busque en el hostal.
Nemorino se desespera, y está ensimismado en sus cavilaciones y penas cuando sale Belcore de la casa. Éste se extraña de la conducta de Adina que, a pesar de querer casarse, ha pospuesto la boda para más tarde.
Belcore ve a Nemorino y le pregunta que le pasa. Nemorino le cuenta que su problema es la falta de dinero. Belcore le ofrece una solución: convertirse en soldado. En el acto obtendrá veinte escudos. Nemorino ve el cielo abierto. Se ha acabado sus problemas, tendrá el dinero, tendrá el elixir y finalmente Adina le amará.
Belcore no cabe en sí de gozo por sacarse de en medio a su rival, un rival que es capaz de todo por conseguir el amor de Adina. Belcore no sabe, como dice Nemorino, que corazón late debajo de esas sencillas ropas.
DULCAMARA
Le feste nuziali,
son piacevoli assai; ma quel che in esse
mi dà maggior diletto
è l’amabile vista del banchetto.
NEMORINO
(sopra pensiero)
Ho veduto il notaro:
sì, l’ho veduto… Non v’ha più speranza,
Nemorino, per te; spezzato ho il core.
DULCAMARA
(cantando fra i denti)
«Idol mio, non più rigor,
fa felice un senator.»
NEMORINO
Voi qui, dottore!
DULCAMARA
Si, mi han voluto a pranzo
questi amabili sposi, e mi diverto
con questi avanzi.
NEMORINO
Ed io son disperato.
Fuori di me son io. Dottore, ho d’uopo
d’essere amato… prima di domani.
Adesso… su due piè.
DULCAMARA
(s’alza, fra sé)
Cospetto è matto!
(a Nemorino)
Recipe l’elisir, e il colpo è fatto.
NEMORINO
E veramente amato sarò da lei?…
DULCAMARA
Da tutte: io tel prometto.
Se anticipar l’effetto
dell’elisir tu vuoi, bevine tosto un’altra dose.
(fra sé)
Io parto fra mezz’ora.
NEMORINO
Caro dottor, una bottiglia ancora.
DULCAMARA
Ben volentieri. Mi piace
giovare a’ bisognosi.
Hai tu danaro?
NEMORINO
Ah! non ne ho più.
DULCAMARA
Mio caro
la cosa cambia aspetto. A me verrai
subito che ne avrai. Vieni a trovarmi
qui, presso alla Pernice:
ci hai tempo un quarto d’ora.
NEMORINO
(si getta sopra una panca)
Oh, me infelice!
BELCORE
La donna è un animale
stravagante davvero. Adina m’ama,
di sposarmi è contenta, e differire
pur vuol sino a stasera!
NEMORINO
(si straccia i capelli, fra sé)
Ecco il rivale!
Mi spezzerei la testa di mia mano.
BELCORE
(fra sé)
Ebbene, che cos’ha questo baggiano?
(a Nemorino)
Ehi, ehi, quel giovinotto!
Cos’hai che ti disperi?
NEMORINO
Io mi dispero…
perché non ho denaro… e non so come,
non so dove trovarne.
BELCORE
Eh! scimunito!
Se danari non hai,
fatti soldato…
e venti scudi avrai.
NEMORINO
Venti scudi!
BELCORE
E ben sonanti.
NEMORINO
Quando? Adesso?
BELCORE
Sul momento.
NEMORINO
(fra sé)
Che far deggio?
BELCORE
E coi contanti,
gloria e onore al reggimento.
NEMORINO
Ah! non è l’ambizione,
che seduce questo cor.
BELCORE
Se è l’amore, in guarnigione
non ti può mancar l’amor.
NEMORINO
(fra sé)
Ai perigli della guerra
io so ben che esposto sono:
che doman la patria terra,
zio, congiunti, ahimè! abbandono.
Ma so pur che, fuor di questa,
altra strada a me non resta
per poter del cor d’Adina
un sol giorno trionfar.
Ah! chi un giorno ottiene Adina…
fin la vita può lasciar.
BELCORE
Del tamburo al suon vivace,
tra le file e le bandiere,
aggirarsi amor si piace
con le vispe vivandiere:
sempre lieto, sempre gaio
ha di belle un centinaio.
Di costanza non s’annoia,
non si perde a sospirar.
Credi a me: la vera gioia
accompagna il militar.
NEMORINO
Venti scudi!
BELCORE
Su due piedi.
NEMORINO
Ebben vada. Li prepara.
BELCORE
Ma la carta che tu vedi
pria di tutto dei segnar.
Qua una croce.
(Nemorino segna rapidamente e prende la borsa.)
NEMORINO
(fra sé)
Dulcamara volo tosto a ricercar.
BELCORE
Qua la mano, giovinotto,
dell’acquisto mi consolo:
in complesso, sopra e sotto
tu mi sembri un buon figliuolo,
sarai presto caporale,
se me prendi ad esemplar.
(fra sé)
Ho ingaggiato il mio rivale:
anche questa è da contar.
NEMORINO
Ah! non sai chi m’ha ridotto
a tal passo, a tal partito:
tu non sai qual cor sta sotto
a quest’umile vestito;
quel che a me tal somma vale
non potresti immaginar.
(fra sé)
Ah! non v’ha tesoro eguale,
se riesce a farmi amar.