L’elisir d’amore (Donizetti) – Adina, credimi – Rolando Villazón

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Llega Gianetta diciendo a Belcore que sus soldados le están buscando. Ha llegado un despacho del capitán dando la órden de levantar el campamento y partir. Nemorino está contento con la noticia, pero ve que Adina está contrariada. Belcore aprovecha la oprtunidad y le dice a Adina que si está segura de su amor, no tiene sentido esperar, la boda se puede celebrar ese mismo día. A Nemorino se le viene el mundo encima, y le suplica a Adina que al menos espere un día, pensando en los efectos mágicos del elixir. A Belcore la insistencia de ese muchacho ya lo empieza a cansar, y Adina, por su parte, está encantada de tener a Nemorino suplicándole.
Ya se empieza a vivir un ambiente de fiesta, todos bailan y ríen, todos menos Nemorino, que encima del dolor que siente, tiene que soportar las burlas de todos.

GIANNETTA
Signor sergente, signor sergente,
di voi richiede la vostra gente.

BELCORE
Son qua! Che è stato?
Perché tal fretta?

SOLDATO
Son due minuti che una staffetta
non so qual ordine per voi recò.

BELCORE
(leggendo)
Il capitano… Ah! Ah! va bene.
Su, camerati: partir conviene.

CORO
Partire!.. E quando?

BELCORE
Doman mattina.

CORO
O ciel, sì presto!

NEMORINO
(fra sè)
Afflitta è Adina.

BELCORE
Espresso è l’ordine, che dir non so.

CORO
Maledettissima combinazione!
Cambiar sì spesso di guarnigione!
Dover le/gli amanti abbandonar!

BELCORE
Espresso è l’ordine, non so che far.

(ad Adina)

Carina, udisti? Domani addio!
Almen ricordati dell’amor mio.

NEMORINO
(fra sè)
Si sì, domani ne udrai la nova.

ADINA
Di mia costanza ti darò prova:
la mia promessa rammenterò.

NEMORINO
(fra sè)
Si sì, domani te lo dirò.

BELCORE
Se a mantenerla tu sei disposta,
ché non anticipi? Che mai ti costa?
Fin da quest’oggi non puoi sposarmi?

NEMORINO
(fra sè)
Fin da quest’oggi!

ADINA
(osservando Nemorino, fra sè)
Si turba, parmi.

(a Belcore)

Ebben; quest’oggi…

NEMORINO
Quest’oggi! di’, Adina!
Quest’oggi, dici?…

ADINA
E perché no?…

NEMORINO
Aspetta almeno fin domattina.

BELCORE
E tu che c’entri? Vediamo un po’.

NEMORINO
Adina, credimi, te ne scongiuro…
Non puoi sposarlo… te ne assicuro…
Aspetta ancora… un giorno appena…
un breve giorno… io so perché.
Domani, o cara, ne avresti pena;
te ne dorresti al par di me.

BELCORE
Il ciel ringrazia, o babbuino,
ché matto, o preso tu sei dal vino.
Ti avrei strozzato, ridotto in brani
se in questo istante tu fossi in te.
In fin ch’io tengo a fren le mani,
va via, buffone, ti ascondi a me.

ADINA
Lo compatite, egli è un ragazzo:
un malaccorto, un mezzo pazzo:
si è fitto in capo ch’io debba amarlo,
perch’ei delira d’amor per me.

(fra sè)

Vo’ vendicarmi, vo’ tormentarlo,
vo’ che pentito mi cada al piè.

GIANNETTA
Vedete un poco quel semplicione!

CORO
Ha pur la strana presunzione:
ei pensa farla ad un sergente,
a un uom di mondo, cui par non è.
Oh! sì, per Bacco, è veramente
la bella Adina boccon per te!

ADINA
(con risoluzione)
Andiamo, Belcore,
si avverta il notaro.

NEMORINO
(smanioso)
Dottore! Dottore…
Soccorso! riparo!

GIANNETTA e CORO
È matto davvero.

NEMORINO
Dottore! Dottore!

ADINA
(fra sè)
Me l’hai da pagar.

A lieto convito,
amici, v’invito.

BELCORE
Giannetta, ragazze,
vi aspetto a ballar.

GIANNETTA, CORO
Un ballo! Un banchetto!
Chi può ricusar?

ADINA, BELCORE, GIANNETTA, CORO
Fra lieti concenti gioconda brigata,
vogliamo contenti passar la giornata:
presente alla festa amore verrà.

(guarda a Nemorino)

Ei perde la testa: da rider mi fa.

NEMORINO
Mi sprezza il sergente, mi burla l’ingrata,
zimbello alla gente mi fa la spietata.
L’oppresso mio core più speme non ha.
Dottore! Dottore!
Soccorso! Pietà.

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